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Indice dell'articolo

  1 - Alfa Romeo 1900 SS Zagato

  2 - Il palmares della 1900 SSZ

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Alfa Romeo 1900 SS Zagato
L'articolo completo su Automobilismo d'Epoca di maggio 2006

Milano, anni 50: in fondo a viale Certosa, ai margini di quella che era allora l’estrema periferia nord-ovest della città, c’erano un capannone e una palazzina con la facciata che sembrava un enorme biglietto da visita. L’insegna sulla facciata indicava a chiare lettere: Carrozzeria “la Zagato”.

Quell’insediamento costituiva la nuova sede dell’atélier specializzato dagli anni 30 nella realizzazione di carrozzerie sportive, specialmente su telai Alfa. Collaborazione che nel 1951 avrebbe fatto nascere la carrozzeria della monoposto 159, la Formula 1 campione del mondo con Juan Manuel Fangio. E proprio da quel capannone sarebbe uscita anche una piccola serie (poco più di 40 esemplari) di belle e aggressive coupé con carrozzeria in alluminio, su base Alfa Romeo 1900.

In realtà, quando si era trattato di avviare la produzione in serie della 1900 Sprint coupé la Zagato non era neppure stata presa in considerazione dai dirigenti del Portello, che ne avevano giudicato le strutture troppo artigianali e adatte solo a piccolissime produzioni. Nel 1954 la Zagato era dunque fuori da ogni rapporto con l’Alfa Romeo per la produzione di serie.

Ma la Zagato era diventata un punto di riferimento per gli sportivi praticanti, che le si rivolgevano per ottenere auto con carrozzerie più leggere, più profilate, più efficienti. Insomma, più agili e veloci nelle corse. Come nel 1954, quando il gentleman driver milanese Vladimiro Galluzzi, convinto che con una carrozzeria alleggerita e aerodinamica la sua Alfa Romeo 1900 Super Sprint sarebbe divenuta più competitiva, si rivolse alla Zagato per trasformazione.

La nuova carrozzeria non fu mai effettivamente disegnata, ma venne piuttosto plasmata direttamente sulla lamiera partendo da pochi schizzi approssimativi. Inevitabilmente le linee assunsero una certa parentela formale con quelle di altre auto carrozzate dalla Zagato.

Realizzata seguendo l’istinto, con un occhio attento all’aerodinamica e un altro all’impiego della minor quantità possibile di metallo e vetro per risparmiare peso, la carrozzeria della 1900 di Galluzzi trovò come problema principale le dimensioni del motore, che le lamiere dovettero avvolgere assumendo una forma che ricordava quella delle carenature dei motori degli aerei da caccia della guerra da poco terminata.

Realizzata per le competizioni, la 1900 di Galluzzi aveva bisogno di ottenere l’omologazione per le corse a norma dell’articolo 267 dell’allora vigente annesso J, che permetteva di cambiare anche radicalmente la carrozzeria di un determinato modello purché la Casa costruttrice la ratificasse fra quelle previste.

L’ottenimento di questo OK fu facilitato dai buoni rapporti esistenti fra l’Alfa Romeo e la Scuderia Sant’Ambroeus, fondata nel 1951 da Elio Zagato insieme con alcuni amici. Questi, attraverso il canale della Scuderia, consegnò così quella 1900 SSZ elaborata anzitutto a Consalvo Sanesi, collaudatore della Casa, che se ne dichiarò entusiasta agevolando così l’approvazione ufficiale della carrozzeria da parte del Portello.

Oltre alle varie prese d’aria, un’altra variabile fu rappresentata dalle doppie gobbe sul tetto con le aperture posteriori per favorire l’estrazione dell’aria dall’abitacolo, una soluzione stilistica tipica di diverse Zagato dell’epoca (e successive). Sulle 1900 SSZ le “double bubble” in realtà equipaggiarono solo alcuni esemplari, perché i piloti verificarono che nelle frenate brusche, frequenti nelle corse, i gas di scarico finivano per essere risucchiati nell’abitacolo.

Caratterizzata da spartana semplicità e grande efficienza, la Super Sprint Zagato colse meglio di tutte le altre 1900 lo spirito sportivo del modello e ottenne fra i piloti un consenso che portò a una produzione totale, come anticipato, di una quarantina di esemplari.

Il pilota lombardo Giuseppe Crespi inaugurò la serie delle vittorie della 1900 SSZ il 29 agosto 1954 con un fenomenale primo posto assoluto nella Stella Alpina. L’ultimo successo arrivò il 12 giugno 1960 con il primo posto di classe della bianca 1900 SSZ del gentleman driver comasco Ildefonso Torriani nel V Trofeo Val d’Intelvi.

Anche il bellissimo esemplare verniciato in due toni di verde (chiaro e metallizzato nella parte superiore della carrozzeria, più scuro e pastello nella porzione inferiore delle fiancate) che presenta Automobilismo d’Epoca ha un bel passato sportivo: fu realizzato su un autotelaio uscito dall’Alfa Romeo il 20 maggio del 1955 e completato dalla Zagato il 12 agosto 1955 per il pilota Giovanni Gerino di Imperia, che la immatricolò con targa IM l3847 e la impiegò in corsa personalmente o in coppia con Luigi Taramazzo nelle gare di lunga durata.

Nel 1956 la vettura passò al pilota genovese Paolo Lena, che corse il Rallye del Sestriere, poi guidò (da solo!) per l’intera Mille Miglia di quell’anno classificandosi 36° assoluto e quarto di classe. Questa prestazione riscattò il deludente ritiro dell’anno prima, quando Lena aveva corso con una Fiat 1100/103 in coppia con Francesco Magliano, e lo spinse a osare di più, passando a una Ferrari.

Il palmares della 1900 SSZ
I bellissimi Coupé iniziano subito una ampia e variegata carriera sportiva, tanto che già nel 1954 porta a importanti risultati come la vittoria assoluta nella Stella Alpina del 29 agosto (Giuseppe Crespi) e un 2° e 3° posto nella categoria GT 2000 nella coppa Intereuropa del 5 settembre, rispettivamente con Consalvo Sanesi e Crespi. Nel 1955 le vittorie aumentano e la 1900 SSZ vince la categoria GT 2000 in molte gare, fra cui il Rally del Sestriere (Valenzano e Molino, 2 marzo), il Giro di Sicilia (Ribaldi e Camponi, 3 aprile) e poi una bella affermazione di squadra alla Mille Miglia, dell'1 e 2 maggio: la prima delle SSZ è quella di Vanini e Baldracco, che si piazzano in una posizione di rilievo, diciannovesimi assoluti. Dietro di loro molte altre 1900 raggiungono ottime posizioni. La categoria GT 2000 della Stella Alpina del 28 agosto, è vinta ancora una volta da una 1900 SSZ, in questo caso da Fornasari (che alla Mille Miglia è arrivato 38° insieme a Fortunato). Notevole anche la vittoria del grande Joakim Bonnier al Gran Premio di Svezia del 7 agosto: 1° assoluto. Dal 1956 iniziano ad arrivare rivali sempre più importanti, prime fra tutte le Porsche, ma Boiler e Chany vincono la categoria GT 2000 al Rally di Montecarlo del 18 gennaio, mentre Paolo Lena arriva 36° assoluto alla Mille Miglia del 29 aprile, dopo una gara spettacolare, considerando che il pilota genovese l'ha corsa tutta da solo. Questa vettura era stata consegnata dall'Alfa il 20 maggio 1955 al suo primo proprietario, Giovanni Gerino, che a sua volta l'aveva rivenduta a Lena all'inizio del '56. E' la 1900 SSZ meglio piazzata alla fine della classica gara italiana; dietro di lui, Rota è 44° assoluto e Tonini 63°. I tempi stanno cambiando, l'Alfa Romeo ha appena presentato la Giulietta e le prestazioni sportive di quest'ultima sono davvero sbalorditive; cosicché non solo gli sforzi della casa, ma anche l'interesse dei piloti, finiscono per concentrarsi su quest'ultima, lasciando progressivamente invecchiare la 1900, la quale, comunque, nel 1957 riescie ancora a piazzarsi al 48° posto assoluto alla Mille Miglia del 12 maggio, e a vincere la sua categoria il 14 luglio alla 12 ore di Reims.

       

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